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Negli ultimi anni il Blog si è affermato come una forma agile e veloce di comunicazione scientifica, che risponde pienamente alle esigenze di una scienza open-access, richiesta ormai da tutte le istituzioni accademiche e scientifiche del mondo.

Tuttavia una mentalità tipica delle scienze umane in parte ancorata alla carta stampata e in parte timorosa rispetto all’uso di strumenti informatici ha fatto sì che la pratica del blog non abbia ancora ricevuto un sicuro riconoscimento nelle forme di comunicazione scientifica, almeno in Italia. Nel concepire il nostro blog, ci siamo ispirati alle riflessioni e ai dati elaborati da gruppi di ricerca stranieri, in particolare tedeschi, facendo riferimento al portale internazionale de.hypotheses.org (vedi anche qui).

Visioni del Tragico è un progetto di ricerca, finanziato nella fase iniziale dalla Regione Sardegna, che si distingue per la specificità del suo tema: si occupa infatti dell’influenza e dell’incisività della tragedia greca e dei suoi modelli nelle culture contemporanee, non solo a livello estetico e performativo, ma anche filosofico, letterario e politico. Crediamo di non sbagliare affermando che per il suo oggetto Visioni del Tragico è un progetto unico nel suo genere in Europa e forse nel mondo.

Visioni del Tragico si serve di due strumenti di pubblicazione e diffusione, con due ISSN  autonomi: il primo è questo blog culturale e di ricerca, che pubblica almeno tre articoli al mese; il secondo è l’omonima rivista, che ha cadenza di pubblicazione annuale. La rivista su piattaforma OJS si uniforma ai criteri riconosciuti di scientificità e periodicità e prevede anche la stampa in cartaceo on-demand degli articoli che sono indicizzati e forniti di doi.

Anche il blog dà adito ad una pubblicazione periodica, raccogliendo a partire dal 2025 gli articoli in appositi fascicoli e garantendo, attraverso la peer review, la scientificità e l’originalità dei contributi che pubblica.

Il blog di Visioni del Tragico è articolato in sezioni o categorie: 1. Visioni e Re/Visioni, i cui contributi si occupano di spettacoli e prodotti performativi sotto forma di recensioni-saggio e/o di più ampie riflessioni a partire da un’occasione specifica; 2. Tragico contemporaneo, la categoria che raccoglie contributi teorici o legati a temi sociali e politici di attualità; 3. Drammaturgie, ove si pubblicano drammaturgie inedite o  loro traduzioni in italiano (anche parziali); 4. Parole, per saggi che si occupano di termini specifici rilevanti nella storia e nella ricezione della tragedia greca; 5. Studiosi, dove si ripercorre il profilo intellettuale di studiosi rilevanti nella storia degli studi sulla tragedia greca e la sua ricezione; 6. Biblioteca, per segnalazioni o recensioni di libri. A queste categorie fisse si aggiungono due rubriche nate durante la pandemia, i cui contributi sono lasciati on-line a testimonianza di una particolare stagione della vita collettiva: Covid 19 e Agorà.

Nei fascicoli periodici sono raccolti solo contributi da Visioni e Re/visioni  e da Tragico contemporaneo.

Il blog è aperto alla collaborazione di tutti. Nella sezione Staff e proposte si trovano le indicazioni per proporre i contributi. 

Storia e manifesto.

Mentre questo blog compiva i primi progressi e cominciava a diffondersi, è scoppiata la pandemia di covid 19. Intrecciandosi con gli innumerevoli altri fenomeni tragici del presente, la pandemia ha esasperato la visione tragica del mondo. Il pensiero tragico, che si interroga sul dolore e sulle lacerazioni della realtà, ha dovuto confrontarsi con un’esperienza nuova di paura e morte.

La pandemia ha posto con maggiore urgenza le questioni etiche legate al rapporto uomo-natura, ai costi della mancanza di previdenza ecologica, ha imposto alla scienza un'aura fideistica, chiedendo agli scienziati certezze e soluzioni a scadenza immediata; ha inoltre costretto gli individui a rinunciare ai rapporti sociali, ha messo in crisi il concetto di 'umanitarismo' e ha steso sospetti persino sui riti della morte e sui legami familiari.

Molti degli interrogativi dell'oggi sono già stati posti dalle tragedie greche, che si riconfermano testi archetipici del pensiero occidentale e anche testi che sempre sanno rispecchiare le fratture epocali. La tragedia greca è il genere della cesura: incide nel tempo, obbliga alla memoria, induce alla rivoluzione. La parola tragica greca, nell'afferrare il corpo di chi la esperisce, sa anche uccidere, perché non offre soluzioni ma si impossessa fisicamente di chi partecipa ai suoi conflitti.

Dopo lo scoppio della pandemia, la nostra ricerca ha subito dunque una via nuova, eppure in continuità con la precedente.  Le nostre riflessioni più meditate hanno assunto la forma di rivista e si ampliano adesso alle scene del mondo.  

Anche il blog intanto si è ampliato, a includere visioni e re/visioni della tragedia greca sulle scene contemporanee, ma anche riflessi di ogni agire, individuale e politico, che possa far riferimento ai miti tragici greci, che in questi trovi materiali di discussione, narrazioni, elementi di dissenso. 

Premesse

Negli ultimi anni il Blog si è affermato come una forma agile e veloce di comunicazione scientifica, che risponde pienamente alle esigenze di una scienza open-access, richiesta ormai da tutte le istituzioni accademiche e scientifiche del mondo.

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