C’è molto lavoro per l’agenzia letteraria Persefone: a centinaia, arrivano copioni teatrali inediti, recapitati chissà perché per posta e non per email. Sembra che sia scoppiata una vera e propria mania tra gli odierni drammaturghi, evidentemente a corto di idee: riscrivere i miti greci, soprattutto quelli tragici.
I copioni portano titoli bizzarri: Medea e Elon Musk, ad esempio. Chissà cosa ha a che fare la celebre infanticida euripidea con Elon Musk. Ma si sa: la tragedia greca va bene per tutti gli usi (e abusi). Più banale, e in fondo già sentito, il titolo Circe a Washington, il cui abstract parla della trasformazione in porci dei giudici della Corte suprema americana. A sfogliare quei copioni, e a leggerne titoli e riassunti, sta, in una scena buia e minimalista, illuminata solo da una lampada da ufficio, una donna dall’aspetto professionale e serioso: è il capo dell’agenzia letteraria, che non a caso si chiama Calliope – la Musa della poesia –. Indossa un tailleur nero di taglio maschile e compie quel lavoro manifestando evidenti segni di disappunto e noia. I manoscritti vengono tutti respinti con un gesto schifato e ributtati negli scatoloni da cui sono stati tirati fuori.
Calliope è l’agente, tra l’altro, di Antigone, la celebre protagonista della tragedia di Sofocle, e deve vagliare le tante proposte che vengono rivolte alla sua assistita: perché vogliono Antigone in ogni parte del mondo e ci sarebbe persino la possibilità di una performance sulla luna. Ma Antigone, proprio in questo momento, non è disponibile.
Stiamo assistendo a un nuovo tentativo di rileggere e attualizzare la figura mitologica di Antigone nel contesto delle crisi contemporanee[1]. Quella che abbiamo descritto è la prima scena di una performance multimediale, opera dell’artista americana Coco Fusco, nata nel 1960 a New York da una madre cubana fuggita negli Stati Uniti prima della rivoluzione. Coco Fusco ha fatto parlare di sé negli anni Novanta con lavori interdisciplinari su tematiche post-coloniali e a Berlino sino al 7 gennaio al KW Institute for Contemporary Art si può vedere una retrospettiva sulla sua attività degli ultimi trent’anni. Parallelamente alla mostra e a una serie di dibattiti pubblici sulla varia attività di Fusco, all’artista è stata commissionata appunto una riscrittura dell’Antigone, con la collaborazione di uno dei più famosi teatri berlinesi di sperimentazione, le Sophiensaelen, un teatro che ha sede nei locali sede della società operaia dove, all’inizio del secolo scorso, tenevano i loro comizi Rosa Luxembourg e Karl Liebnecht[2], e che con questa performance inaugura una nuova direzione artistica.
Coco Fusco non è solo autrice della pièce ma impersona anche Calliope. Dunque, Antigone, come il Socrate delle Nuvole di Aristofane, c’è ma non c’è. Il titolo autoironico della performance è: Antigone Is Not Available Right Now.
L’ agente Calliope tratta per conto di Antigone con possibili clienti: un politico che vuole il suo appoggio per far passare una legge in favore dei senza tetto; un’attivista iraniana, che vuole intervistarla via Whatsapp; la segretaria di Slavoj Žižek, il filosofo che ha riscritto nel 2016 un’Antigone (anzi l’ha moltiplicata per tre: Le tre vite di Antigone, disponibile qui); una certa Iris da Brooklin che insistentemente telefona all’agenzia letteraria. Insomma, questi e altri cercano di raggiungere Antigone, di averla dalla loro parte nelle lotte contro la cultura patriarcale, le politiche fasciste, le stragi, le ingiustizie… Troppe richieste, Calliope ha proprio un gran daffare. Alla fine, raggiunge la sua assistita per comunicarle le sue scelte.
Dov’è Antigone? In un centro benessere che si chiama sinistramente Ade. Risponde alla video chiamata di Calliope con una maschera di bellezza sul viso mentre si rilassa in accappatoio bianco tra vasche termali e saune. Non ne vuole sapere di lotte femministe né di questioni etiche. Calliope la convince a rispondere a qualcuna delle tante richieste, quelle che lei reputa più importanti e urgenti. Antigone allora va dal parrucchiere a rimettersi a posto e risponde a qualche video chiamata: parla, ad esempio, con Žižek, impersonato da un attore con tutti i tick del filosofo sloveno con inevitabile effetto parodico, che però toglie molto alla comprensibilità del testo che pronuncia. Siamo nella pura commedia. Poi interviene anche Peter Sellar, regista tra l’altro di una versione dell’ Oedipus Rex di Stravinskij [3] che ebbe la prima a Salzburg nel 1994, con Antigone in veste di narratrice. Il vero Peter Sellars (non un attore) appare in video, con lo stravagante look con cui siamo abituati a vederlo, una specie di icona o di autoparodia, e pronuncia un discorso appassionato sull’importanza del dramma, del pathos, e reinterpreta il personaggio di Antigone alla luce del rapporto con Edipo, padre/fratello. Ancora in video assistiamo ad una performance dell’Antigone di un teatro cubano e all’improvvisazione di un gruppo punk russo sul tema ‘Fuck Putin’. E in questo affastellarsi di parole e immagini non manca una presa di posizione critica sulla perdita del senso di realtà da parte dei nativi digitali.
Come tutto questo si leghi, proprio non si sa. Certo fa ridere ma non sembra che far ridere sia lo scopo della performance intermediale di questa Antigone alle terme. Apprezzabile – va detto – appare il richiamo a una delle questioni centrali dell’Antigone di Sofocle, la sepoltura, alla luce delle sepolture di massa a New York durante la pandemia di COVID 19, un tema che Coco Fusco affronta anche nelle sue realizzazioni di arti visive con ben altri risultati, dal punto di vista emotivo ed estetico; ma nell’insieme la sua Antigone ha l’effetto di un farsesco pout-pourri.
“La performance riflette sulla capacità dei miti fondativi di causare cambiamenti in epoche di crisi politica”, dice la presentazione online dello spettacolo. E l’artista aggiunge nelle sue scarne Note (che si possono leggere qui): “Ho cercato di reinterpretare la figura di Antigone e il suo spirito di resistenza alla luce delle forze politiche, che attualmente cercano di seppellire i valori democratici in tutto il mondo”. Addirittura! E perché non anche su altri pianeti? Anche queste delle Note sembrano però, a ben vedere, affermazioni ironiche.
In definitiva ci sembra che ci sia troppa confusione in una performance della durata di un’ora. L’ironia contro chi vuole usare l’attualizzazione della tragedia greca per qualunque argomento e scopo, con una buona dose di retorica deteriore e un’iconografia a volte grottesca, ci trova partecipi e, pur riconoscendo un certo valore, almeno per l’originalità, ai tratti ironici e autoironici, pensiamo però che questa Antigone sia destinata a far parte di quegli inutili copioni rifiutati dall’agenzia letteraria Persefone e che sarebbe forse meglio se Antigone si godesse fino in fondo la sua vacanza alle terme.
[1] Per una significativa recensione e rassegna stampa delle reazioni alle tre rappresentazioni a Berlino si rinvia a: https://nachtkritik.de/nachtkritiken/deutschland/berlin-brandenburg/berlin/sophiensaele-berlin/antigone-is-not-available-right-now-sophiensaele-berlin-als-literaturagentin-vermittelt-coco-fusco-euripides-tragoedienheldin-den-anschluss-an-die-jetzt-zeit
[2] Vedi: Sotera Fornaro, Berlino. Tra passato e futuro, Imola 2019, pp. 63-64.
[3] Vedi anche: https://www.giornaledellamusica.it/recensioni/ad-aix-nonostante-il-dolore