Abstract
Il fascicolo intende porre l’attenzione su due riscritture teatrali del mito di Filottete: La seconda generazione (Neottolemo) (1988) di Mario Martone e Lemnos (2022) di Giorgina Pi. Pur distanti nel tempo, entrambe le opere utilizzano il mito greco come strumento interpretativo della contemporaneità. Lo spettacolo di Martone costruisce una drammaturgia attraverso un mosaico di citazioni da autori antichi e moderni, trasformando Neottolemo in emblema di una generazione sospesa tra venerazione e rifiuto dei modelli paterni. Lemnos di Pi sposta simbolicamente l’ambientazione a Makronisos, campo di concentramento per prigionieri politici greci (1947-1974), intrecciando il testo sofocleo con opere di Ritsos, Rich, Walcott e Cixous.

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