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Sì è vero, però non ti arrabbiare! Sii benevolo, o dio!

Era tanti anni fa, settembre 11, passavo per la via abituale. Davanti al negozio del macellaio – se ricordo bene – sento due donne parlare: ho pensato che fosse un telefilm, diceva una all’altra. Poi seppi che due aerei avevano sezionato le torri gemelle. Non posso scordare i fogli che volavano dai piani alti, farfalle, neve a fiocchi immensi che voltolava nell’aria. E tra i fiocchi corpi pesanti, stagliati sullo sfondo, come in un quadro di Magritte.

E poi la polvere, onde gigantesche di polvere, e l’asfalto coperto di pulviscolo bianco, e il silenzio, usciti dalla metropolitana. Fu allora che sbagliammo. Noi coro innocente di semplici cittadini, noi inconsapevoli dei giochi dei potenti, brancolando nello sgomento cercavamo i nostri eroi. Pensammo che i vigili del fuoco fossero i nuovi eroi. Si erano sacrificati con abnegazione, avevano cercato di mettere le persone in salvo, ne erano morti tanti, vedevamo in essi una speranza di salvezza, fisica e morale, ci riscattavano dalla nostra pusillanimità quotidiana. Tu stavi nascosto, acquattato quasi. Non vedemmo in te il guaritore delle nostre ferite. Non sapevamo che Efesto non aveva i tuoi stessi poteri, che eri tu il dio maggiore.

 Poi è arrivato quell’invisibile virus, l’incoronato. Lento e inarrestabile ha cominciato a seminare malattia e morte, si è rapidamente sparso per tutta la terra, la terra infinita! come cantava il poeta, ed altri eroi sono apparsi, i tuoi! I sacerdoti della tua medicina, i medici, gli infermieri, tutti quelli che si prendono cura del nostro respiro affannoso, delle nostre febbri senza remissione.

Noi crediamo in te! Non ci abbandonare! Perdona i nostri errori! Vedi: ti stiamo erigendo nuovi templi e stiamo restaurando i vecchi, trascurati forse grazie a un lungo periodo in cui ci avevi assicurato salute e cure. E noi ce lo eravamo dimenticato, distratti dalle faccende quotidiane, quanto inutili e futili a volte! Ma ora ti portiamo grandi offerte ai templi, accendiamo incensi profumati, battiamo ritmicamente le mani in un peana di ringraziamento, cantiamo perché le nostre voci arrivino fino a te e ti blandiscano.

Guariscici, o dio!

Marina Spreafico è regista, insegnante di teatro, attrice e autrice. Altri suoi testi in: https://www.visionideltragico.it/blog/protagonisti/il-ritorno-della-danza-macabra-e-altri-testi  e

qui  https://www.visionideltragico.it/blog/contributi/la-verticalita-del-tragico?highlight=WyJzcHJlYWZpY28iXQ==

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