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Immagine dal TGcom 24 del 26.8.2025

Ieri il direttore della Biennale Pierangelo Buttafuoco, anche in risposta all’appello del gruppo Venice4Palestine, ha citato la traduzione di alcuni versi delle Troiane di Euripide in cui si piange l’insensatezza dell’eccidio del figlio di Ettore, che nel racconto mitologico fu gettato giù da una torre per ispirazione di Odisseo, con la motivazione di liberarsi di un possibile acerrimo nemico dei Greci in futuro[1].

Antigone, Ulrich Rasche, Epidauro, 2025

English version below

In principio era la ripetizione. L’uomo impara a camminare ripetendo dei gesti, a parlare ripetendo dei suoni, conta il tempo attraverso la ripetizione del succedersi di luce e buio, si orienta nello spazio ricordando vie già percorse e costruendo mappe dei suoi spostamenti.