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Apriamo con questo post la rubrica Biblioteca’ del nostro blog, in cui segnaleremo libri coerenti con i nostri percorsi di riflessione e ricerca,  sotto forma di estratto, anche in traduzione, o di recensione.

Dopo la monografia di Vittorio Fiore dedicata a Carmine Maringola, presentiamo qui un libro collettivo, appena apparso per l’editore Winter di Heidelberg,  il cui progetto è essenziale per capire storicamente le dinamiche della diffusione dei testi teatrali e la loro produzione tra Italia e paesi di lingua tedesca. (S.F.)

 

Il volume è il risultato di una collaborazione pluriennale tra i curatori, nata dai comuni interessi per il teatro e la traduzione nonché per una prospettiva di ricerca interculturale e comparatistica. Nel maggio del 2015 abbiamo realizzato all’università di Mainz in collaborazione con lo Staatstheater e il Zentrum für Interkulturelle Studien (ZIS) un convegno internazionale dedicato alle traduzioni dei drammi di lingua tedesca pubblicati e rappresentati nei teatri italiani e alle opere teatrali di lingua italiana tradotte e messe in scena in Germania.

I partecipanti hanno indagato il tema da prospettive opposte e complementari, dall’Italia alla Germania e dalla Germania verso l’Italia, interrogandosi sul processo intermediale e interculturale alla base di un testo tradotto destinato alle scene, frutto di un complesso lavoro che coinvolge non solo studiose e studiosi ma anche autrici e autori, traduttrici e traduttori, registi, attrici e attori, nonché il mondo editoriale.

Scena dal Faust, regia di Strehler

Sebbene gli studi sulla traduzione siano un tema classico della comparatistica, le ricerche sulle traduzioni di testi drammaturgici sono ad oggi un ambito di ricerca poco indagato sia dai germanisti che dagli italianisti. Mancano studi incentrati sulla traduzione del teatro italiano in Germania che ricerche sistematiche dedicate alle traduzioni di autori drammatici tedeschi in Italia, e ciò nonostante registi come Strehler e Ronconi, che incisero profondamente sulla scena culturale italiana, avessero posto proprio gli autori di lingua tedesca, da Goethe a Brecht, al centro della loro attività.

Anche il mercato librario si caratterizza per lo scarso interesse a pubblicare drammi: i testi teatrali italiani sono poco pubblicati e rappresentati in Germania, spesso nemmeno successi internazionali come la Lehman Trilogy sono reperibili in libreria e circolano soltanto in versioni per la scena, rari sono i drammi di lingua tedesca nei cataloghi degli editori italiani, mancano persino classici come Grillparzer, Hebbel, non solo i contemporanei.

Faust, regia di Giorgio Strehler, 1990/1991

Queste alcune domande alla base del nostro progetto: Quali sono le difficoltà che incontrano i testi italiani in Germania e quelli tedeschi in Italia per arrivare sulle scene? Chi prende la decisione di portare in scena e tradurre un’opera teatrale nei due paesi? Vi è un canone di autori e traduzioni teatrali nei due paesi? Come sono le traduzioni, quali caratteristiche hanno ed a quali adattamenti sono sottoposte? Come avviene la circolazione, la messa in scena e la pubblicazione? Quali sono i rapporti tra editori e traduttori e tra questi e i teatri e le loro produzioni?

La prima sezione del volume è dedicata a un confronto tra il teatro di lingua tedesca in Italia e il teatro italiano in Germania.

Nel contributo di Luigi Reitani vengono messe a confronto le istituzioni teatrali tedesche e italiane, vengono evidenziate affinità e differenze alla luce delle diverse tradizioni letterarie e drammaturgiche, al ruolo del dramma nell’ambito dei rispettivi canoni letterari e alle peculiarità dell’editoria dei due paesi.

Sei personaggi in cerca d'autore, Berlino 1924

 

Diana di Maria e Imke Momann ci offrono una panoramica dei drammi italiani rappresentati nei teatri tedeschi dal 1990 al 2013; animate dalla necessità didattica legata alla esperienza di un laboratorio teatrale per studenti dei corsi di romanistica attraverso grafici e tabelle ci permettono di superare il pregiudizio diffuso secondo cui in Germania gli unici autori italiani messi in scena siano Pirandello, De Filippo e Dario Fo.

Gabriella Catalano si dedica a un fenomeno culturale che nel secondo dopoguerra fu uno dei canali più produttivi del transfer culturale italo-tedesco: le riviste di teatro, in cui venivano recensite le nuove edizioni dei testi drammatici e pubblicate traduzioni di molti autori tedeschi poi rappresentati a teatro.

Nella seconda sezione sono accolti contributi sulla “traduzione e trasformazione degli autori classici”: Francesca Tucci si occupa del rapporto di Lessing con Seneca illustrando come proprio attraverso la traduzione dei drammi dei classici greci e latini l’autore giunga alla fondazione di un teatro nazionale.

Ulrich Port si occupa del rapporto tra il King Henry the Sixth di Shakespeare e la Jungfrau von Orleans di Schiller, indagando il tema della “militanza mariana”, sottolineando come la questione contribuisca a mettere in dialogo due tradizioni teatrali, il dramma dell’Inghilterra elisabettiana e il teatro del classicismo di Weimar.

Frontesoizio manoscritto musicale

Elena Polledri ricostruisce le vie per cui il Werther di Goethe giunse in Italia per poi trasformarsi sulle scene del nostro paese già a fine Settecento da romanzo epistolare in dramma borghese e commedia lacrimosa, nell’adattamento Carlotta e Verter di Antonio Simone Sografi (Venezia 1794), che servendosi anche della versione inglese (Reynolds, 1786), giunse poi anche sulle scene napoletane diventando una vera e propria commedia dell’arte in cui Werther vestirà i panni di pulcinella, e infine, in pieno accordo con la tradizione operistica nostrana, libretto di una farsa per musica nell’opera Verter di Johann Simon Mayr.

firma del musicista J.S. Mayr

 

Henning Hufnagel ci racconta la trasformazione del Faust di Goethe nel travestimento di Edoardo Sanguineti sottolineando il ruolo svolto anche per questo “adattamento” delle performances musicali di Cathy Berberian.

La terza sezione è dedicata alle traduzioni di opere italiane per il teatro tedesco.

Dietrich Scholler si occupa della traduzione de Il servitore di due padroni di Goldoni realizzata per le Sächsische Landesbühnen (1996) e lo Schauspielhaus di Zurigo (2014), soffermandosi soprattutto sulla traduzione del linguaggio e degli effetti comici della lingua italiana settecentesca per un pubblico tedesco del XXI secolo.

Michael Rössner si dedica alle traduzioni del teatro di Pirandello nei paesi di lingua tedesca alla luce delle nuove teorie della traduzione; considera gli anni d’oro della ricezione di Pirandello (1925–1930), ma anche le traduzioni degli anni cinquanta nelle due Germanie fino agli adattamenti contemporanei; il contributo è arricchito da un prezioso elenco delle rappresentazioni teatrali dal 1945 agli anni novanta.

Marco Menicacci analizza la traduzione tedesca di Heinz Riedt della versione teatrale rappresentata a Torino nel 1966 de Il Versificatore, una prosa breve scritta da Primo Levi e pubblicata con lo pseudonimo Damiano Malabaila nelle Storie naturali, racconti di science-fiction (Einaudi, 1966).

Il contributo di Peter Goßen è dedicato alla ricezione del teatro di Pasolini in Germania e ne ricostruisce la fortuna fino ai giorni nostri, incentrandosi in particolare sui drammi Orgia, Porcile, Affabulazione, Pilade, Calderón e Bestia da stile.

 La quarta sezione è dedicata alla ricezione, traduzione e alle messe in scena dei drammi tedeschi sulle scene italiane.

Marco Castellari si occupa della ricezione del dramma tedesco in Italia negli anni quaranta e cinquanta, e in particolare del “Piccolo teatro” e della svolta epocale che Paolo Grassi e Giorgio Strehler significarono per la penetrazione del dramma tedesco in Italia. Castellari non si sofferma solo su Brecht e la memorabile prima della sua Opera da tre soldi al Piccolo, ma si sofferma sulle tappe che portarono Strehler, attraverso un confronto serrato con autori drammatici tedeschi come Georg Büchner (1950–1951) fino a Brecht, e ricorda il lavoro di mediazione culturale italo-tedesca portato avanti da Paolo Grassi con l’editrice “Rosa e Ballo”.

Flavia Foradini, che fin dal 1983 ha iniziato la sua collaborazione come Dramaturgin con il Piccolo, ricostruisce il dialogo tra Strehler e Brecht e il loro incontro a Milano nel febbraio del 1956 in occasione della prima dell’Opera da tre soldi; il contributo riporta appunti e lettere in gran parte inedite conservate negli archivi del Piccolo. All’articolo segue una lunga intervista con Andrea Jonasson.

Sabine Heymann incentra il suo intervento sull’altro grande protagonista della scena milanese del “Piccolo”, Luca Ronconi, ricordando il progetto realizzato al Lingotto di Torino nel 1990 con la messa in scena degli Ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus, il contributo è arricchito da un’intervista al regista prima dello spettacolo a firma di Heymann e di Peter von Becker per la rivista Theater heute, quasi una teoria della traduzione. Heymann, instancabile mediatrice del dramma italiano sui palcoscenici tedeschi, si sofferma sul suo lavoro di traduttrice e sulle esigenze di adattamento potenziato che ogni testo teatrale esige per essere messo in scena in un’altra lingua. Il contributo è arricchito da materiali inediti tra cui interviste, interventi dell’attrice Marisa Fabbri, del traduttore Cesare Mazzoni, l’intervista di Ronconi nel programma di sala della Lehman Trilogy di Stefano Massini, nonché delle preziose riflessioni di Peter von Becker e Peter Iden.

Il convegno di Mainz è stato seguito nel 2017 da un secondo convegno internazionale interdisciplinare a Villa Vigoni, Centro per il dialogo Europeo, coordinato sempre da Olaf Müller ed Elena Polledri e svoltosi nell’ambito del programma europeo „Deutsch-Italienische Zusammenarbeit in den Geistes- und Sozialwissenschaften“ dal titolo Deutsch-italienische Theaterübersetzungen nach 1945. Dramenklassiker im interkulturellen Dialog / Traduzioni del teatro tedesco in Italia e del teatro italiano in Germania dopo il 1945. I classici a teatro per un dialogo interculturale; anche di questo progetto teatrale è imminente la pubblicazione di un volume che accoglierà i contributi di questa seconda tappa del dialogo interculturale a teatro.

Theateradaptionen. Interkulturelle Transformationen moderner Bühnentexte. Adattamenti teatrali. Trasformazioni interculturali di testi moderni per la scena. A cura di / Hg. v. Olaf Müller, Elena Polledri, Heidelberg, Winter 2021.

Le immagini (nell'ordine): 1988-1989 Faust, frammenti regia di Giorgio Strehler, Piccolo Teatro di Milano; 1990-1991 Faust, frammenti parte seconda regia di Giorgio Strehler, Piccolo Teatro di Milano; Sei personaggi in cerca di autore, Deutsches Theater, Berlin regia di Max Reinhardt; Frontespizio dell'unico manoscritto del Verter (Milano, Conservatorio G. Verdi); la firma del musicista Johann Simon Mayr; un’immagine della Schaubühne di Berlino; una foto dalla messa in scena del ‘Servitore di due padroni’ al Schauspielhaus di Zurigo nel 2014; una foto di Pier Paolo Pasolini che serve come logo per il progetto di ricerca a lui dedicato all’ ICI di Berlino;la locandina della ‘mitica’ rappresentazione dell’ Opera da tre soldi di Brecht per il Piccolo Teatro e infine due immagini da Gli ultimi giorni dell’umanità per la regia di Luca Ronconi.