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Pubblichiamo qui uno stralcio da Antigone.Una riscrittura di Daniele Sannipoli, apparso per Daimon edizioni nel dicembre 2020.

Le immagini sono tratte invece dallo spettacolo Antigone.Ein requiem di Thomas Köck, Theater an der Ruhr, stagione 2020/2021 (altre informazioni qui).

Coro dell'Antigone in Antigone.Un requiem, 2020

CREONTE Non respiro. Il cielo è una tavola piatta, un grigio indistinto, senza nubi, senza tempo. Non credo agli dèi. Mi ripugna la vita, mi disgusta la morte e allora uccido la vita che diventa morte, questo è il mio potere. Forse il sangue colmerà questo vuoto, sono così solo. Dovrei piantarmi un chiodo al centro della fronte e farla finita. Se non lo faccio è solo per incoerenza. Non devono saperlo, non devono capirlo. Quando il pendolo ha toccato un estremo, torna al lato opposto con uguale vigore. Così sono io, imprigionato in questo ritmo uguale a se stesso. Ascolta.

(Battendo un colpo sulla testa con le mani)

Ora.

(Dopo qualche secondo, battendo un colpo sulla testa con le mani, in crescendo)

Ora.

(Dopo qualche secondo, battendo un colpo sulla testa con le mani, gridando)

Ora.

(Ridestandosi come da un sogno) È atroce, sì, è atroce, ma ora basta. Nessun dubbio, nessuna esitazione. Aspettare è debolezza, aspettare è sentimento, non sarò una donna, io sarò il re. La fretta è purezza e solo la purezza si addice a chi regge lo Stato.

Ma ecco, arriva qualcuno, torna in te Creonte, sii chi devi essere.

(Entra la sentinella, trascinando Antigone, seguita dal Coro)

 

 Antigone.Un requiem, 2020

SENTINELLA Signore, come ha ordinato, le ho portato la donna. Era ancora al corpo del fratello, quando l’ho arrestata. Non si è opposta, non ha creato problemi. Col vostro permesso. (Esce)

CREONTE Ora parla, ne va della tua vita. Se pensi che il vincolo che ci lega possa salvarti, allora sbagli. Rispondi. Conoscevi l’editto?

ANTIGONE Difficile sarebbe non conoscerlo, Creonte. Sei stato solerte a diffonderlo fin dove avevi voce.

CREONTE Hai dunque infranto l’editto consapevolmente? Sapevi che la morte attende chi l’ha violato?

ANTIGONE Sì, Creonte, lo sapevo, ma non per questo ho avuto paura. Tu dimentichi che il mondo c’era prima di me, prima di te e prima ancora di Tebe. Tu dimentichi che le giustizia dell’uomo non è nulla rispetto alle norme che reggono la natura. Tu sei il re e legiferi sulle questioni di stato, questo è giusto, ma la tua forza, anche se imponente, non può nulla contro quello che la natura ha imposto come natura. Creonte, ci sono norme che vivono in noi, nella nostra carne, leggi non scritte che reclamano obbedienza. A che servirebbe rispettare ciò che vuoi, rispettare quello che è ingiusto, quando l’anima si ribella in ogni sua parte? Preferisco morire leggera come un alito di vento contravvenendo a quello che dici che morire con il fardello di non aver seppellito chi amo.
CREONTE Insolente, nemmeno ora ti penti. Due volte hai compiuto empietà: prima violando il decreto e ora infangando il tuo re. Impudente, non c’è freno alla tua arroganza. Somigli a tuo fratello e ne dissimuli la protervia con la tua innocenza da donna.

ANTIGONE Tu, Creonte, confondi la giustizia e il diritto. Tu, Creonte, confondi la violenza con la legge. Tu, Creonte, confondi il tuo dolore con le ragioni di Tebe.
CORO (a parte) Ahimè, che giorno tremendo, anche la terra fuma carica di attesa. Due ragioni, uguali e contrarie, si scontrano e annientano, chi potrebbe giudicare. Tremo al pensiero dell’ira del re. Ora ho paura.

CREONTE Dimmi, quale dio ti ispira, quale superstizione vecchia di anni ti guida e condanna alla rovina?

ANTIGONE Solo una cosa rispetto, Creonte: quello che è sacro. È sacro il dolore di un uomo, merita solo il silenzio, è sacro il corpo indifeso di un morto. È sacro l’amore, pericoloso abbandono. È sacra la mia preghiera che muove le piante e scuote l’acqua del mare. E quello che è sacro è oltre il potere della tua parola, non c’è uomo che possa toccarlo. E ora rispondo alla tua domanda: nessun dio mi ispira, nessuna follia. Solo il rispetto del sacro.

CREONTE Tu dimentichi che io sono il re. Sacro è il mio pensiero, col favore degli dèi che mi hanno voluto al comando, sacra ogni mia decisione.

ANTIGONE Sei un uomo uguale agli altri, Creonte, non crederti superiore. Sei di carne come tutti, sei di sangue come tutti, puzzi come tutti. Nessuno la natura ha fatto più sacro di un altro.

CREONTE Insolente! Io posso tutto. Chi può chiamarsi re se non può disporre del corpo dei sudditi? Poche ore fa ho ucciso un uomo, l’ho trafitto con la spada e ora sono impunito, perché io decreto quello che è giusto. E ora guarda.

(Urlando) Guardia, una spada!

 (Una guardia entra di corsa e porge la spada a Creonte che la punta contro il Coro)

Antigone.Un requeim 2020

CREONTE Ora guarda, potrei sgozzare anche lui, guarda la forza di chi è al comando. (Parlando al Coro) Abbaia, o sarà la tua fine.

CORO Creonte, sono vecchio, non posso…

CREONTE (Premendo la spada contro la gola del Coro) Obbedisci!

CORO (Abbaia)

CREONTE (Gli accarezza la testa, come a un cane) Ora salta su una gamba sola, per tre volte.

CORO (Salta su una gamba sola per tre volte)

CREONTE E ora inginocchiati, baciami i piedi.

CORO (Si inginocchia e gli bacia i piedi)

CREONTE E ora di’ che non meriti la vita.

CORO (Titubante) Creonte, ti prego…

CREONTE Dillo!

CORO Non merito di vivere.

CREONTE (Spingendo il coro lontano) Capisci Antigone fin dove arriva il potere?

Antigone (Dagmar Geppert) in Antigone.Un requiem 2020

ANTIGONE Non è il potere a governare, è la paura.

CREONTE E la paura nasce nel potere, non c’è discorso che cambi ciò che è vero. Non è sacro il suo corpo, non è sacra la sua volontà. Lui è mio, tu sei mia.

ANTIGONE Creonte, a che serve l’obbedienza del corpo se non hai il rispetto dell’anima? Sei tanto vuoto ormai che ti basta un fantasma per sentirti contento?

CREONTE Non è vero quello che credi, è vero quello che appare. Il resto è per i filosofi, non per chi governa lo stato. La politica è superficie.

ANTIGONE Tu credi di comandare e bestemmi quello che sai. Io conosco il tuo dolore e sento quello che vivi. Ora guarda quanto è piccolo il tuo potere e osserva quanto è enorme la mia libertà.

CREONTE Che dici, che vuoi fare?

ANTIGONE (Tirando fuori un pugnale da sotto la veste) Questo.

(Si ferisce un braccio)

E questo.

(Si ferisce la guancia e getta via il pugnale)

CREONTE Fermatela! Ora! Subito! Fermatela ho detto.

(Un gruppo di guardie arriva e le lega le braccia dietro la schiena)

ANTIGONE E ora dimmi, chi mi governa?

CREONTE Stirpe folle di un uomo folle, non c’è pietà per il tuo sangue.

ANTIGONE Ti inquieti, ora, eppure hai disonorato il corpo di Polinice, figlio di tua sorella Giocasta, e condanni me a morte, tua nipote. Un duplice delitto grava sulla tua testa, una duplice maledizione incombe sul tuo cuore. Che le mie parole ti siano di fuoco e che mai possa trovare pace l’anima di chi, nella sciagura, aggiunge odio al dolore. Pentiti Creonte, non sono fatta per questo.

CREONTE Fino a che punto si spinge la tua tracotanza, fino a che punto la libertà sfrenata della tua lingua? Nessun uomo su questa terra è così libero, Antigone, rientra nel solco che ti appartiene.

ANTIGONE La mia libertà è quella di chi sa di morire. Io non sono di questa terra, non vivo su questo mondo. Io sono la voce della terra, io sono il fulgore del lampo e il rombo del tuono.

CREONTE Tu deliri, ma non basterà fingerti pazza per sfuggire alla giusta punizione. Presto verrà e rimpiangerai ogni parola che hai pronunciato.

ANTIGONE Non vedi la fine che si prepara, ma presto saprai.

CREONTE Non vaticinare come un oracolo, non sei Tiresia, il vecchio indovino, né Cassandra, profetessa incredibile, non sei né cieca né sacerdotessa di Apollo. Non sai il futuro che attende.

ANTIGONE A che serve lo sputo di un dio quando conosci le leggi?

CREONTE (Esterrefatto) Portatela via, rinchiudetela nel palazzo, a breve prenderò la mia decisione.

(Le guardie portano via Antigone)

CORO Col suo permesso, signore, le sue parole mi hanno scosso.

CREONTE Credi forse che lei abbia ragione?

CORO No, Creonte, è solo troppo giovane. Bene so chi detiene il potere, chi governa la mia vita.

CREONTE Hai detto bene, ora vattene.

(Il Coro esce dalla scena)

CREONTE Ha la lingua insolente e il cuore coraggioso, ma è suddito e donna, non può nulla contro di me. Se solo non fossi abbandonato, se solo non dovessi essere così crudele, se solo sapessi provare ancora l’amore che Antigone prova. Forse sarei un altro uomo, forse sarei un altro re. Se solo qualcuno conoscesse il dolore che provo, se solo sapessero che mi strapperei la pelle dal viso e le unghie dalle dita, forse allora avrebbero pietà anche di me.

(Creonte esce)