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   Enzo Degani (1934-2000) e la tragedia, o meglio Degani e il tragico: difficile delineare un rapporto più cercato e più tenacemente eluso, in attesa di un ampio quadro sistematico che, programmaticamente per lui, doveva trovare spazio in un futuro, che non ha avuto il tempo di realizzarsi.

 

      Il debutto sulla scena tragica, dopo la graffiante recensione alla traduzione pasoliniana dell' Orestiade di Eschilo, avviene con le impegnate Osservazioni all' Oreste euripideo, complici l' edizione critica con commento curata da Vincenzo Di Benedetto (Firenze, La Nuova Italia,  1965) ed il ponderoso Kommentar pubblicato a Berlino nello stesso anno da Werner Biehl. Osservazioni che mettono in luce non solo il personalissimo talento, bensì la già  matura consapevolezza metodica del giovane filologo, che lo porta sistematicamente a ridiscutere ex novo i vari problemi, per meglio definire interpretazioni  o congetture, per vagliare i dati della tradizione indiretta, per smentire o confermare espunzioni  o traiectiones: il più  delle volte, tuttavia per avanzare nuove soluzioni.

   Il piglio sicuro di tali densissime pagine non poteva non lasciare un segno profondo nella storia degli studi, ma anche non pochi risentimenti. Ed è proprio per replicare ad essi che Degani ritorna sullo stesso testo euripideo, ad appena un anno di distanza, con un meditato ripensamento, ricco di dottrina (Improvvisazione e critica del testo), da leggersi con grande profitto ancora oggi, al di là  della contingente vis polemica.

 

    L' indagine minuta e l' acribia formale non sono, tuttavia, l’ unica chiave di lettura esperita da Degani di fronte al complesso 'fenomeno' tragico: nella temperie culturale degli anni '70 si colloca , infatti, il penetrante quadro d' insieme su La tragedia (1979), nel saggio Democrazia ateniese e sviluppo del dramma attico, redatto in collaborazione con Maria Grazia Bonanno. Tale profilo ha il merito di coniugare felicemente quella che era stata la primaria formazione patavina dello studioso, sotto il magistero di Carlo Diano, con una accentuata propensione a rileggere le tematiche tragiche in relazione alle mutevoli congiunture politiche ateniesi, senza nulla concedere comunque a discorsi ideologici complessi, che mai sentì connaturati.

   La periferica dislocazione del contributo all' interno dell' enciclopedia Storia e Civiltà  dei Greci (vol.III), a cura di Ranuccio Bianchi Bandinelli,  non giovò, certamente, alla sua diffusione, ed è forse la maggiore responsabile di un oblio ingeneroso,  troppo reattivo verso il datato milieu, che ne aveva condizionato il progetto.

 

    I presupposti teorici , tuttavia, saranno destinati, dopo un lungo periodo d' incubazione, a sedimentare e troveranno una lucida ed incisiva formulazione nelle misuratissime pagine dedicate alla tragedia, scritte per la Griechische  Literatur bis 300 v. Chr. , una delle sue ultime creature, fra le più  sofferte e le più  amate. Lo spazio limitato imposto dalla struttura della nuova Einleitung in die Griechische Philologie (Introduzione alla filologia greca, a cura di Heinz Günther Nesselrath, Stuttgart-Leipzig 1997, 171-245, edizione italiana a cura di Sotera Fornaro, Salerno editrice 2004) lo costringerà  ad un dettato essenziale, dove ogni termine, ogni singolo aggettivo assume la connotazione di giudizio critico, garantendo sempre solidità  e spessore.

 Alla cifra efficace della nota testuale il Degani maturo, tuttavia, mai saprà rinunziare, e ad essa vanno ascritte sia le acute Note critico-testuali a frammenti tragici greci, sia le pungenti Prometeiche provocazioni, che ne conservano a pieno tutta la personalissima impronta. Curiosamente, la parabola tragica era destinata a chiudersi con un'attenta recensione a Textkritik und Formanalyse zur euripideische Hekabe.  Ein Beitrag zur Verständnis der Komposition di Werner Biehl (Critica del testo e analisi della forma dell’ Ecuba euripide. Un contributo alla comprensione della sua composizione, 1997): gli antichi duellanti si riconoscevano ormai l'onore delle armi.

 

Per un profilo di Enzo Degani, si rinvia soprattutto al contributo di Renzo Tosi su ‘Paideia’ LVI, 2001, che si può scaricare qui. Altri ricordi e profili scientifici di Degani sono raccolti in questa pagina di Eikasmόs, la rivista che Degani fondò nel 1989 e diresse sino alla sua morte. Tra questi, per la nostra pagina web assume particolare importanza il contributo di Guido Avezzù su Enzo Degani storico della tragedia attica (si può leggere qui). Una bibliografia dello studioso, a cura di Giovanna Alvoni, si può consultare e scaricare qui. Questa pagina di Ornella Montanari apre la sezione Tragedia e dramma satiresco degli scritti ‘minori’ di Degani, raccolti nei due volumi Filologia e storia. Scritti di Enzo Degani («Spudasmata», 95), a cura di Maria Grazia Albiani, Giovanna Alvoni, Andrea Barbieri, Francesco Bossi, Gabriele Burzacchini, Francesco Citti, Federico Condello, Elena Esposito, Alberta Lorenzoni, Massimo Magnani, Ornella Montanari, Simonetta Nannini, Camillo Neri, Vinicio Tammaro, Renzo Tosi, I-II, Hildesheim (Georg Olms Verlag) 2004, XXXVI-1353 pp. (S.F.)