Parlare del mito si presta a mutevoli interpretazioni, ad aperture di senso, lontane fra loro eppure legittime. La forza del mito risiede proprio nella polisemia continua che autorizza letture coerenti a partire da premesse diverse.
La rilettura musicale di Antigone, e dell’Antigone di María Zambrano in particolare, è stata per me un’occasione di riavvolgere narrativamente il mito in una luce esistenziale. La figura di Antigone può essere vista come il percorso, difficile e rischioso, di un’Anima.
Il mio spartito muove da una comprensione del testo intuitiva e sintetica, tesa a trarre alimento da un Tutto immediato e pre-razionale.
Come compositore ho cercato di leggere e di cogliere intuitivamente la tessitura profonda del messaggio mitico e poetico.
La mia Antigone si è mossa con appassionata coerenza nella luce di un’indagine dell’Anima umana che cerca il sé nell’altro da sé. La stessa struttura dell’Antigone di María Zambrano si regge sull’incontro tra la fanciulla e gli altri protagonisti del (suo) mito. Non mi è stata d’ispirazione la ricerca, da parte di Antigone, della giustizia eterna, oltre i nómoi degli uomini. La mia rilettura di Antigone ha seguito la curiosità dell’artista che ausculta l’umano al fine di intuirne le potenzialità in senso filosofico o, meglio, in questo caso, psicologico. I dialoghi dell’Antigone zambraniana innervano questa rilettura, poiché mostrano l’antitesi di un incontro tra l’umano e il diverso, l’altro da sé. L’Anima, che qui non ha valenza solo di anima femminile, si arricchisce dopo ogni incontro.
Seguendo l’ordine del Tempo, che si manifesta, nelle cose del mondo, come l’istanza che non permette alle cose stesse di accadere tutte insieme, il precipitato narrativo del testo zambraniano presenta incontri umanissimi che accadono in rapida successione.
E dunque, l’Anima incontra nel Tempo l’altro da sé, che a priori non è compreso in essa.
Antigone prende le mosse da una premessa di alterità e di non-comprensione. La sorella, la madre, il padre, Emone e Creonte sono istanze non comprese nell’Anima della fanciulla. In forza del suo senso di giustizia Antigone è innanzitutto un’Anima incompresa. La sua dimensione iniziale è il conflitto tra la sua missione e i personaggi che incontra.
La cifra del testo è l’antitesi. E poi la sintesi. L’Anima incontra l’altro da sé, poiché in origine non lo comprende.
Ogni incontro è un bivio: o si soccombe, sacrificando la propria vocazione, o si cerca la sintesi, che, in ultima istanza, è sintesi suprema.
La vicenda di un’Antigone che non muore è la vicenda vittoriosa di un’Anima che comprende il suo contrario. Ogni scontro libera energia vitale, dimostrando la possibilità di una tregenda esistenziale con un lieto fine.
In termini musicali la vicenda di Antigone parte dalla tonalità minore fino a giungere, dopo il coraggio con cui l’Anima di fanciulla ha sopportato l’ordine del Tempo, al trionfo del modo maggiore, metafora vigorosa dell’umano che, attingendo alla sua più pura fonte vitale, vince il Tempo e s’infinita.
Giugno 2025
Samir Thabet è musicista e germanista. Ha esordito dedicandosi all’opera di J.M.R. Lenz e di Georg Büchner (Arte e follia tra Sette e Ottocento. Lo strano caso del dottor Büchner e del signor Lenz, Aracne 2017). Ha tradotto Sotto il ferro della luna (Crocetti 2015) e, con Stefano Apostolo, Sulla terra e all’inferno (Crocetti 2020) di Thomas Bernhard, cui ha dedicato una monografia: La poesia di Thomas Bernhard (Mimesis 2021). Recentemente ha composto un brano musicale incentrato sul mito antico: Antigone: suite per pianoforte in dodici quadri (Mimesis 2023). È in uscita una sua collezione di brani musicali contenente Preludi e Notturni, per pianoforte.
Qui di seguito, i link ad alcuni quadri dell' Antigone che si possono ascoltare su youtube:
1.
Spartito, ISBN: 9791222306100.
Antigone. Suite per pianoforte in dodici quadri - Samir Thabet
2.
Registrazione, Antigone, primo movimento.
https://youtu.be/29pjQmY4sYU?
3.
Registrazione, Antigone, secondo movimento.
https://youtu.be/cO2cZhzWgg0?
4.
Registrazione, Antigone, quinto movimento.
https://youtu.be/M4BKzwUxGfU?
Sul quadro di Gustav Klimt sopra riprodotto, Margherita Anselmi nell'Introduzione all'Antigone scrive:
Antigone e Ismene, benché segnate da un destino assai diverso (perché differenti sono le scelte rispettive: Antigone a fianco del padre; Antigone risoluta a sacrificare la vita per onorare di degna sepoltura il cadavere del fratello Polinice; Ismene disposta, invece, al matrimonio e alla vita qui, sulla terra), descrivono un'unica figura duale che è in sé poggiolo, e calice aperto sul mondo. Un quadro di Gustav Klimt intitolato "L'Oleandro" descrive una scena che potremmo assumere a emblema del loro rapporto. Qui tutta l'attenzione delle "sorelle" (sono in realtà due fanciulle) è concentrata sul delicato fiore che le figure curano insieme. E sull'oleandro – adelfa in lingua spagnola (adelphos in greco significa fratello/sorella) - si riversa e potenzia l'essenza di quella misteriosa entità duale, complessa, dialogante, che assimila, crea e muove.