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Della celeberrima Orestiade allestita nel 1960  (19 maggio-5 giugno) per le Rappresentazioni classiche nel Teatro greco di Siracusa, con la traduzione di Pier Paolo Pasolini

e la regia di Vittorio Gassman e Luciano Lucignani, fu realizzata anche una riduzione per la radio, che andò in onda pochi giorni dopo l’ultima rappresentazione siracusana. Sul sito dell’Archivio Rai / Rai Teche, si possono ascoltare estratti della reperformance radiofonica di Coefore (qui) e di Eumenidi (qui), curata dallo stesso Pasolini.

Questo materiale, al momento disponibile solo in parte e, per quanto mi risulta, non ancora oggetto di uno specifico studio critico, testimonia la fertile relazione fra teatro, nello specifico teatro tragico greco, e radio, particolarmente vitale negli anni Cinquanta e Sessanta.

In quella stagione di classici ripensati per la radio e di radiodrammi si inserisce l’interessante produzione di Enrica Gnemmi, scrittrice infaticabile soprattutto di drammi e radiodrammi, genere che doveva esserle molto congeniale poiché la Gnemmi era anche musicista e dunque possedeva una raffinata sensibilità per suoni, melodie, voci.

Sulla trilogia eschilea compose, nel 1956, una variazione sul tema: La tenebra è rossa. Radiodramma in tre quadri – come recita il sottotitolo –. Lo stesso anno l’opera ricevette il Premio Nazionale di Letteratura Roberto Bracco, promosso dall’editore napoletano L’eco del Parnaso, il medesimo della pubblicazione.

Pubblichiamo nella nostra sezione Drammaturgie il terzo ‘quadro’ de La tenebra è rossa (qui la versione integrale), ringraziando Paolo Zoboli per averci segnalato questo lavoro. Di Enrica Gnemmi abbiamo pubblicato una breve antologia da Pensierini, qui

 Raffaella Viccei

 

LA TENEBRA È ROSSA

 

Personaggi

Clitemnestra

 

Elettra

Cassandra

Anticle

Egisto

Oreste

Cleanto

Atena

Megera

Tesifone

Aletto

Coefore

 

 

TERZO QUADRO

 

Nel tempio di Atena.

Megera   Ti cingo di serpi

Aletto   Mordere il cuore.

Tesifone   Strappare gli occhi.

Megera   Dormi... dormi.

Aletto   U... u... u... u... u...

Tesifone   La madre... la madre.

Megera   Sveglia, sveglia.

Tesifone   È tempo.

Aletto   Tenebra.

Megera   Ricorda.

Tesifone   Empio.

Aletto   Matricida.

Megera   Tenebra rossa.

Aletto   L’afferrasti.

Tesifone   Il sangue sprizzò.

Megera   Non il sonno ad Oreste.

Aletto   L’ara era fredda.

Tesifone   Macchiasti la tenebra.

Megera   Sempre... sempre.

Tesifone   Il collo bianco.

Aletto   Morbido.

Oreste (gridando)   Basta... basta.

Megera   Sempre.

Tesifone   I capelli come raggio di luna.

Aletto   La tenebra fu tramonto.

Megera   Il coltello.

Tesifone   Vibrasti adagio.

Aletto   Ed ella...

rifacendo la voce di Clitemnestra:

 «Ahimè!»

Oreste (piangendo)   Fu per pietà.

Megera   Il colpo lento.

Aletto   E le dita calde, a poco a poco.

Tesifone   «Figlio, tu!»

Oreste (con affanno)   Mi riconobbe, mi riconobbe.

 

Tesifone, Aletto e Megera ridono lugubri.

 

Non è possibile.

Megera   Vivere... per Oreste.

Aletto   Senza sonno.

Tesifone   Tra le Erinni.

 

Ride piano.

 

Oreste   Madre, madre.

Megera   Sorrise Cassandra.

Tesifone   La ferita non fu morte.

Aletto   E tu ancora, il colpo...

Megera   Sbagliasti.

Aletto   Il sangue correva.

Tesifone   La veste fu cielo macchiato di nubi... rosse.

Oreste   «Straniero, io piango. Gli dèi non vogliono e tu vibri il colpo. Hai paura... No, feroce contro me stessa... io poserò e lui bacerà il mio sangue...»

Gridando:

Madre, madre... la mano era debole... ti ferivo senza morte... perché l’uragano non mi copre?

Megera (ridendo)   Di tenebra?

Aletto   Rossa.

Tesifone   Sangue.

Oreste  Lento e mi sommerge... Calore viscido come Aracne. Tu vieni e io fuggo... no, qui... fermo. Gea mi trattiene e le sue braccia si intrecciano a quelle del mostro... Scivola, scivola rosso e mi imbevo...

gridando

le mani... il vostro pallore è vita.

Megera   Morte.

Aletto   Rosse.

Tesifone   Sangue.

Megera   Non più sogni.

Tesifone   Vegliare... sempre.

Aletto   Senza silenzio.

Oreste (con affanno)   La mia giovinezza.

Atena   La speranza per Oreste.

Oreste   Nel tuo tempio, Atena, tendo le mani.

Megera, Aletto, Tesifone (gridando)  Sangue... sangue.

Atena   Tutto si placa.

Megera   Empio chi uccide la madre.

Atena   Lento è il cammino di Cronos ma la pietà conosce l’attesa.

Aletto   Oreste ha ucciso la madre.

Atena   Oreste ha ucciso il dolore.

Tesifone   Le Erinni al matricida.

Atena   Le Eumenidi al pietoso.

Aletto   Le carni... a brano a brano.

Atena   Dagli Elisi venne la preghiera.

Oreste   Madre... perché tu fossi in pace.

Megera   Come avvoltoio... a roderti il cuore.

Atena   Iride splende.

Aletto   Colorata di rosso.

Atena   Iride piena di luce.

Megera   L’Olimpo, alla dea.

Atena   Qui, è l’ara.

Aletto   Neppure Giove può osare.

Atena   Cronos conosce l’attesa.

Tesifone   Eterno è il Fato.

Atena   Il cielo è pieno di stelle.

Megera   Fiamme vaganti.

Atena   Speranza viva.

Aletto   Siamo potenti.

Atena   Oggi la vergine si leverà presto.

Tesifone   Odia ella.

Atena   Piange.

Megera   Non perdona.

Atena   Si strugge e il pianto è speranza.

Elettra   Oreste, fratello.

Oreste   Fuggi.. fuggi.

Elettra   Aprimi, Oreste.

Oreste   Le Furie vigilano.

Elettra   I miei occhi sono fonti secche.

Oreste   Al matricida...

 

piangendo

 

toccare le tue carni, dissetare la mia angoscia... correre i tuoi occhi con dita pure.

Elettra   Il cielo si è fatto viola...

Oreste   ... al mio rimorso nessuna luce.

Elettra   Fratello, ho fatto un sogno.

Oreste (con terrore)  Esse mi guardano... sono in agguato.

Elettra  Era la madre... splendeva il suo viso. «Elettra», mi disse... «è tempo»; gli asfodeli morivano di languore ed ella scomparve.

Oreste   La ragione gioca con l’insania ed io rido... senti, Elettra?

 

Ride piangendo.

 

Elettra   Il tuo cuore soffre, fratello... oh, io ti amo.

Oreste   Come puoi farlo?

Elettra   Il dolore si è impadronito di me... io sono te, Oreste.

Oreste (con angoscia)   Non voglio... tu, pura.

Elettra  Le mani... ma il cuore... Oreste, ascoltami... quante volte ho ucciso io nostra madre?

Oreste   Taci... non è vero.

Elettra (con tono basso che si fa sempre più alto e scandito) L’amavo perché era bella e la odiai... ella non pensava a me, aveva l’altro... le mie notti erano popolate dall’odio ed io immaginavo le mie dita sulla sua morbidezza, la vedevo fremere di paura perché io, sua figlia, l’uccidevo a poco a poco... e i miei occhi si abituarono al sangue, lo videro sulle vesti, sulla bocca, sui fiori... e il loto fu rosso, e il sorriso fu rosso... oh, io l’uccisi quante, quante volte... e le Erinni furono mie compagne, sempre.

Oreste   Taci... sorella... esse ti ascoltano.

Elettra (con affanno crescente)   Anche io... con te.

Megera   Preda dei mostri.

 

Aletto e Tisifone ridono lugubri.

 

Elettra   Anch’io con lui

con esaltazione

nell’orrore che ci renda una seconda volta fratelli... anch’io... a brano a brano gli dèi vedano.

Atena   Il tempo ha percorso il suo cammino...

Elettra   Me stessa con lui.

Atena   Sorridi, fanciulla.

 

Si schiudono le porte del tempio. Poi immediatamente si odono le voci ululanti delle Erinni che fuggono. Per un attimo alte strida alle quali si mescola un canto dolcissimo che si fa sempre più forte sino ad essere il solo.

È una melodia senza accompagnamento di strumenti (a piacere del regista).

 

Elettra   Le coefore.

Oreste   Canto di gioia.

Elettra   Esse portano spighe.

Oreste   L’oro si è fatto luce.

Elettra (con trepida gioia)   E per noi... il sole.

 

Mentre il canto risuona sottovoce una delle coefore dirà:

 

Coefora   Cammino tra la rugiada e dai malleoli salga la frescura al viso.

Portammo spighe e la messe riposi, vittima delicata che la dea accoglie con aperte mani.

Cacciato è il serpe che mordeva il cuore e l’uomo vive... la chiarità è nel suo occhio e il desiderio trepido ne sfiora la maturità.

Venimmo e le spighe fioriscano l’ara. Nessuno è puro tra i mortali. La colpa è fiume rosso che sommerge le volontà.

Iride viene e il cielo, morente di pallore, esulta.

Uomo, ricorda: nessuno, nessuno è puro tra i mortali.

E l’ora fulge e le spighe odorano e tu corri alla vita.

Ricorda: anche gli dèi, anche gli dèi.

Oreste (con dolce tristezza)   Elettra!

Elettra   Oreste!

Si odono i passi dei due che si allontanano mentre il canto delle coefore svanisce a poco a poco. Pausa poi...