Anche noi di Visioni del Tragico cediamo alla tentazione di stilare una piccola lista di spettacoli, nel nostro caso tutti nel segno della tragedia greca. La nostra non è una ‘classifica’, ma un elenco in ordine alfabetico e non gerarchico.
Anthropolis, la maratona teatrale che traduce e riscrive le tragedie greche del ciclo tebano grazie alla drammaturgia di Roland Schimmelpfennig e che abbiamo visto al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo. Anthropolis significa ‘città dell’uomo’, ma il termine ricorda immediatamente il concetto di ‘Antropocene’, che non ha un senso scientificamente neutro ma evoca una crisi irreversibile del mondo in cui viviamo. La maratona teatrale di Amburgo va, attraverso il mito, alle radici della violenza che domina la storia umana. Ne abbiamo parlato nell’editoriale all’ultimo fascicolo della rivista Visioni del Tragico (qui) e nella recensione di Gherardo Ugolini (qui), ma Anthropolis è una prova di grande teatro su cui torneremo ancora e ancora.
Baccanti di Archivio Zeta, compagnia di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni vincitrice del Premio UBU Speciale 2024. Queste Baccanti, cui abbiamo assistito nella cornice della Chiesa sconsacrata di San Mattia a Bologna, sono molto di più che una messa in scena della tragedia di Euripide, il cui testo serve quasi da oratorio, da parola sacra per un rito che, nel celebrare la morte e la distruzione, mostra la vita nella sua infinita varietà, attraversata dal dio simbolo della ‘vita indistruttibile’ secondo l’interpretazione di Dioniso data dal grande mitologo Karl Kérenyi. La nostra recensione si può leggere qui.
Edipo Re di Andrea De Rosa, tradotto da Fabrizio Sinisi. «La messinscena di De Rosa va dritto al cuore dell’aporia costituita dal nucleo del mito di Edipo, e cioè la volontà unilaterale di vedere nel buio, di illuminarlo, di sciogliere l’enigma dell’uomo (lo stesso della Sfinge) alla luce di una ragione, di un logos che prescinde da quanto di misterico si nasconde nella stessa condizione umana rispetto all’agire degli dèi dentro se stessi, dentro la propria percezione, e al di fuori di se stessi, cioè nell’immanenza della natura. Vedere la verità comporta il rischio dell’accecamento, l’inflazione della luce genera in qualche modo la sua stessa notte», ha scritto Bruno Roberti su Fatamorgana web. Daniela Milo ha visto per noi Edipo re e lo ha recensito in Il sogno, la verità, la paura: Edipo re in scena a Pompei (qui).
Of the nightingale I envy the fate, lo spettacolo dei Motus che ha per protagonista Cassandra. «Alla sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Nell’Orestea il corifeo paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo: dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e ξένη/straniera», si legge nella pagina web della compagnia. La performance dei Motus ricomparirà certamente nel nostro lavoro in corso su Cassandra, che ci sta accompagnando da mesi (vedi qui), e che costituisce parte dell’ultimo fascicolo della rivista Visioni del Tragico (Cassandra va alla guerra. Scenari di guerra per la tragedia greca). Nel 2024 lo ha recensito per noi Cristina Pace (qui).
Anthropolis, Baccanti, Edipo re, Of the nightingale I envy the fate saranno in cartellone anche nel 2025 e dunque invitiamo i nostri lettori a vedere questi spettacoli. A tutti auguriamo un nuovo anno di vita e di pace.