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La nostra privilegiata quarantena si regge sulle gambe e sul cuore di filiere socialmente deboli: infermiere/i, donne e uomini delle pulizie, commesse/i dei supermercati, camionisti, raccoglitori di pomodorini, riders, fattorini, postini, poliziotti, etc. Fra questi, quanti hanno un minimo di disponibilità economica, lasciano il lavoro ed entrano in una sia pur stentata quarantena. Gli altri, per poter sopravvivere, rischiano ogni giorno di morire, e fra loro si conterà il più gran numero di decessi. Non è vero che il virus è imparziale, e colpisce senza distinzione. È invece un figlio di puttana educato alla scuola del più brutale capitalismo.

 

 

Salvatore Nicosia è uno dei maggiori grecisti italiani. https://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Nicosia_(grecista)

 

L’opera riprodotta è: Il tempo del pensiero dell’artista Mariella Tabacco, che vive e lavora a Milano. I diritti sono riservati.

 

 Venerdì

Siamo partiti per una settimana in montagna, perché adesso che siamo in pensione vogliamo goderci questa casa piccola ma che si affaccia sulle Dolomiti, le più belle montagne del mondo.

Camion con i defunti da Bergamo

Nella morte il compimento.

L'11 settembre ha cambiato la nostra visione del mondo ed ha imposto anche alla filosofia di misurarsi con quell'evento. Il pensiero tragico, che si interroga sul dolore e sulle lacerazioni della realtà, ha dovuto confrontarsi con un’esperienza nuova di distruzione e annientamento.

   Così scrivevamo nell’editoriale che apre la nostra pagina web. Non pensavamo che nel corso del nostro progetto, avremmo dovuto confrontarci con un nuovo evento tragico, ancora più sconvolgente perché ci tocca tutti, indistintamente, molto da vicino. La tragedia greca, è noto, usa l’epidemia come situazione di crisi da cui nasce un percorso di conoscenza: la tragedia greca perfetta secondo Aristotele, ossia l’Edipo Re di Sofocle, prende l’avvio da una pestilenza che sta uccidendo la città. Per salvare la comunità, il Re comincerà una ricerca affannosa che gli rivelerà chi è davvero, e non sapeva di essere.

Per condividere questo momento di smarrimento, paura e anche obbligata anacoresi, si invitano tutti a inviare un breve testo che descriva, sulla base della propria esperienza e della propria funzione, come l’emergenza sanitaria in corso abbia cambiato la propria idea del mondo, di sé stessi, del proprio sentire, e in che misura e perché si può definire ‘tragica’. Riferimenti a testi letterari, teatrali, opere d’arte, riflessioni filosofiche o di altra natura teorica, sono possibili, ma non indispensabili. Quello che ci interessa è elaborare una testimonianza collettiva e consapevole sulla nostra percezione del ‘tragico’ nella situazione attuale: cosa definiamo più o meno tragico, anche rispetto al passato, e perché? A quali letture, riflessioni, considerazioni anche estetiche, ci sollecita la tragicità di questa pandemia? Vi sono riferimenti culturali o sociali che ci possono aiutare a vedere elementi positivi nello svolgersi di questa tragedia? Esiste la possibilità di una catarsi? Quale è il rapporto tra la situazione tragica attuale e il potere? Quale il rapporto tra la situazione tragica presente e le religioni?  

I contributi più significativi, passati al vaglio redazionale, saranno pubblicati in una o più riprese sul sito www.visionideltragico.it

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