Visioni del Tragico è nato come blog nel 2019. Contemporaneamente è stata fondata la rivista open-access Visioni del Tragico. La tragedia greca sulla scena del XXI secolo. A partire dal 2025 il blog si trasforma in webzine, ossia in una rivista vera e propria, con la periodicità di almeno 3 articoli al mese. Rispetto alla rivista, Visioni del Tragico/ webzine si occupa non solo di tragedia greca, ma di ogni prodotto, performativo o teorico, che riguarda il tragico nel mondo contemporaneo.
Visioni del Tragico/webzine raccoglie alcuni articoli a partire dal 2025 in appositi fascicoli tematici.
Visioni del Tragico/webzine è articolato in sezioni o categorie: 1. Visioni e Re/Visioni, i cui contributi si occupano di spettacoli e prodotti performativi sotto forma di recensioni-saggio e/o di più ampie riflessioni a partire da un’occasione specifica; 2. Tragico contemporaneo, la categoria che raccoglie contributi teorici o legati a temi sociali e politici di attualità; 3. L'albero di Cocteau, che si occupa di tutte le forme mediali e artistiche contemporanee; 4. Parole, per saggi che si occupano di termini specifici rilevanti nella storia e nella ricezione della tragedia greca;
Il blog è aperto alla collaborazione di tutti. Nella sezione Staff e proposte si trovano le indicazioni per proporre i contributi.
Storia e manifesto.
Mentre Visioni del Tragico compiva i primi progressi e cominciava a diffondersi, è scoppiata la pandemia di covid 19. Intrecciandosi con gli innumerevoli altri fenomeni tragici del presente, la pandemia ha esasperato la visione tragica del mondo. Il pensiero tragico, che si interroga sul dolore e sulle lacerazioni della realtà, ha dovuto confrontarsi con un’esperienza nuova di paura e morte. Il confronto è divenuto ancora più stringente con lo scoppio di nuove guerre e conflitti, in Europa e nel mondo.
La pandemia ha posto con maggiore urgenza le questioni etiche legate al rapporto uomo-natura, ai costi della mancanza di previdenza ecologica, ha imposto alla scienza un'aura fideistica, chiedendo agli scienziati certezze e soluzioni a scadenza immediata; ha inoltre costretto gli individui a rinunciare ai rapporti sociali, ha messo in crisi il concetto di 'umanitarismo' e ha steso sospetti persino sui riti della morte e sui legami familiari.
Molti degli interrogativi di oggi sono già stati posti dalle tragedie greche, che si riconfermano testi archetipici del pensiero occidentale e anche testi che sempre sanno rispecchiare le fratture epocali. La tragedia greca è il genere della cesura: incide nel tempo, obbliga alla memoria, induce alla rivoluzione. La parola tragica greca, nell'afferrare il corpo di chi la esperisce, sa anche uccidere, perché non offre soluzioni ma si impossessa fisicamente di chi partecipa ai suoi conflitti.